Linea guida della Commissione Europea sulla definizione di nanomateriale ai sensi della Raccomandazione 2022/C229/01
La linea guida: dalla struttura alle novità in merito
Il 10 giugno 2022 la Commissione Europea ha adottato una nuova raccomandazione (2022/C229/01) sulla definizione di nanomateriale, già utilizzata in diversi regolamenti europei, tra cui REACH e CLP, in seguito al riesame della 2011/696/UE, avvenuto tra il 2013 e il 2021, tenendo conto del progresso tecnico scientifico.
Per «nanomateriale» s’intende un materiale naturale, derivato o fabbricato contenente particelle allo stato libero, aggregato o agglomerato, e in cui, almeno il 50 % delle particelle nella distribuzione dimensionale numerica, soddisfa almeno una delle seguenti condizioni:
a) una o più dimensioni esterne della particella sono comprese nell'intervallo dimensionale da 1 nm a 100 nm;
(b) la particella ha una forma allungata, bastoncellare o tubolare, e dove due dimensioni sono inferiori a 1 nm e l'altra dimensione è maggiore di 100 nm;
(c) la particella ha una forma simile a una piastra, in cui una dimensione esterna è inferiore a 1 nm e le altre dimensioni sono maggiori di 100 nm.
La linea guida della Commissione Europea sulla definizione di nanomateriale, ai sensi della raccomandazione 2022/C229/01, sostiene per l’appunto l'attuazione della definizione di cui sopra basandosi sui due rapporti del CCR Science for Policy (EUR 29647 e EUR 29942).
La guida si articola in tre sezioni:
- Definizioni di termini chiave e concetti fondamentali;
- Diagramma di flusso per l'identificazione dei nanomateriali;
- Tecniche di misurazione adeguate dei nanomateriali.
Di seguito un breve prospetto delle sezioni:
- Nella prima sezione la guida identifica i termini e i concetti utilizzati nella nuova definizione di nanomateriale e utili a escludere esplicitamente i materiali non particellari, le singole molecole, i materiali costituiti da particelle non solide (ad esempio emulsioni e aerosol di gocce liquide) e i materiali nanostrutturati che non sono agglomerati o aggregati.
- Nella seconda sezione viene presentato un diagramma di flusso che consente di valutare se il materiale in analisi sia un nanomateriale o meno. Questa fase di identificazione del materiale è un passaggio fondamentale; il diagramma di flusso fornisce una rapida strategia di valutazione. La scelta del metodo più appropriato dipende in larga misura dallo stato del materiale (nanoparticelle in polvere o disperse) e dalla disponibilità di specifici dati fisico-chimici (densità effettiva, indice di rifrazione, solubilità).
- Nella terza sezione vengono descritti alcuni dei metodi di misurazione per l’identificazione dei nanomateriali, tra i quali:
- diffusione dinamica della luce (DLS),
- sedimentazione centrifuga dei liquidi (CLS),
- ultracentrifugazione analitica (AUC),
- rilevamento di impulsi resistivi sintonizzabili (TRPS),
- analisi di tracciamento delle particelle (PTA),
- spettrometria di massa “single particle” (sp-ICP-MS),
- diffusione di raggi X a piccolo angolo (SAXS),
- frazionamento in campo-flusso asimmetrico accoppiato a scattering di luce multi-angolo (AF4-MALS),
- analisi della mobilità elettrica differenziale su sospensioni (spray-DEMA).
Nel caso in cui i metodi di misurazione non forniscano risultati conclusivi per la classificazione dei nanomateriali si può ricorrere a metodi di conferma tra i quali:
- microscopia elettronica a scansione (SEM),
- microscopia elettronica a trasmissione (TEM),
- microscopia a forza atomica (AFM).
Per le condizioni operative standard, i metodi richiedono campioni essiccati.
Si ricorda inoltre che la guida non costituisce valore legale e che sarà aggiornata, se necessario, alla luce del progresso tecnico e scientifico.
Fonte: Commissione europea
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